Oggi, 23 aprile, ricorre l’anniversario della nascita del pittore William Turner, famoso soprattutto per aver “aperto la strada” all’impressionismo.
Artista romantico, oggi è considerato come colui che conferì nuova dignità alla pittura paesaggistica, tanto da renderla equiparabile alla più considerata pittura di storia.
Turner fu anche un brillante maestro nella tecnica dell’acquerello e meritò il soprannome di “pittore della luce”.
Nato a Londra nel 1775 fu ben presto mandato a Brentford dallo zio materno, dove mostrò sin da subito il suo interesse per la pittura; nel 1789, a soli 14 anni, venne ammesso alla Royal Academy of Arts. Fu attratto dall’arte di Claude Lorraine e di Nicolas Poussin, in cui si tendeva a rappresentare il dato reale in chiave lirica e intimistica.
Dopo un solo anno di studi un suo dipinto venne selezionato per l’esposizione estiva dell’accademia e dal 1796, anno in cui espose il suo primo olio su tela (Fisherment at sea), per tutto il reso della vita espose le sue opere all’accademia. Nel 1800 Turner era ormai famoso: grazie all’indipendenza economica raggiunta viaggiò molto in Europa. Visitò la Francia, la Svizzera e l’Italia facendo qui tappa a Roma, Firenze e Napoli, dove rimase folgorato dalla luce mediterranea, che imprimerà al suo stile una svolta significativa.
Con il passare del tempo Turner divenne sempre più eccentrico: aveva pochissimi amici, non si sposò mai e visse tutta la vita insieme a suo padre. Proprio la morte di quest’ultimo, avvenuta nel 1829, fu per il nostro pittore un duro colpo, che iniziò a soffrire di depressione. Morì il 19 dicembre del 1851 nella casa della sua amante, madre dei suoi due figli, Cardine Booth e venne seppellito, secondo la sua volontà, nella cattedrale di Saint Paul, dove ancora oggi riposa accanto a Joshua Raynolds.
Lo stile innovativo di William Turner è caratterizzato da un’ampia varietà cromatica e da una suggestiva tecnica di stesura del colore: il famoso critico d’arte inglese John Ruskin lo definì “l’unico in grado di rappresentare gli umori della natura in modo emozionante e sincero”.
Soggetti prediletti da Turner furono gli incendi, i naufragi, le catastrofi naturali, il mare in tempesta, i fenomeni atmosferici. Si servì della figura umana in molti dei suoi dipinti per mostrare, da un lato, il suo amore per l’umanità e, dall’altro, per sottolineare la debolezza del genere umano al cospetto della natura, un natura selvaggia e grandiosa che esprime in sé tutta la potenza creatrice e distruttrice di Dio. Fondamentale per Turner è la luce: essa è la manifestazione stessa del divino e, per questo, nelle sue ultime opere la descrizione dei particolari si fa sempre meno attenta, per lasciare spazio ad una rappresentazione suggestiva e splendente dei giochi di luce.
Già in “Bufera di neve: Annibale e il suo esercito attraversano le Alpi” si percepisce l’intento di descrivere il potere distruttivo della natura.
Negli ultimi anni, usando i colori ad olio in maniera sempre più materica, riuscì ad evocarel’impressione della luce quasi pura: “Pioggia, vapore e velocità” è uno splendido esempio del suo stile maturo.
Lo studio del colore e della luce ha sicuramente influenzato l’impressionismo francese e, in particolar modo, il pittore Claude Monet studiò attentamente le opere di Turner.
Eleonora De Falco